Il Sindacato Italiano Autonomo Finanzieri esprime la più totale e incondizionata vicinanza e solidarietà ai quattro Finanzieri e ai due operatori della Guardia Costiera rinviati a giudizio oggi, 21 luglio 2025, dal Gup di Crotone, Elisa Marchetto, in relazione al tragico naufragio del caicco “Summer Love”, avvenuto il 26 febbraio 2023 a Steccato di Cutro, che causò la morte di 94 migranti, di cui 35 minori.
Come ormai noto e appreso dalla cronaca, i colleghi coinvolti della Guardia di Finanza e della Guardia Costiera dovranno affrontare il processo per i reati di naufragio colposo e omicidio colposo plurimo, con l’inizio fissato per il 14 gennaio 2026. L’accusa si concentra sulla presunta mancata attivazione del piano SAR (Ricerca e Salvataggio in mare).
Il SIAF, pur nel massimo rispetto per l’operato della Magistratura, la quale siamo certi farà piena luce sull’accaduto con imparzialità e rigore, ritiene profondamente ingiusto che servitori dello Stato, che ogni giorno mettono a rischio la propria vita per la sicurezza e la legalità, possano finire sul banco degli imputati per eventi di tale drammaticità. La “Polizia del Mare” italiana opera in scenari complessi, pericolosissimi e spesso con condizioni meteo-marine proibitive, affrontando dinamiche intricate e in rapida evoluzione, come quelle tipiche dello scenario marino.
Ribadiamo con forza che i veri e unici responsabili di queste inaccettabili tragedie sono gli scafisti: individui senza scrupoli, mossi esclusivamente dal bieco profitto e del tutto indifferenti al valore della vita umana. Sono loro i veri criminali a cui addebitare le morti dei disperati, per un chiaro nesso eziologico. La Guardia di Finanza e la Capitaneria di Porto, nel corso degli anni, hanno salvato centinaia di migliaia di esseri umani, inclusi moltissimi bambini, da morte certa, dimostrando sempre altruismo, professionalità e un indiscutibile senso del dovere.
Abbiamo accolto con favore la saggia e opportuna decisione della Regione Calabria di revocare la propria costituzione di parte civile. Un passo significativo che ha contribuito a non alimentare ulteriori perplessità in un procedimento che coinvolge operatori i quali hanno sempre agito con l’unico intento di tutelare la vita umana. Riteniamo che energie e risorse istituzionali debbano essere concentrate, con ogni mezzo e determinazione, verso il contrasto ai veri artefici di tali sciagure: i trafficanti di esseri umani.
È imperativo che, di fronte a vicende umanamente e giuridicamente complesse da definire, come quella di Cutro, i Colleghi siano immediatamente tutelati economicamente, legalmente ed emotivamente. Chi lavora nelle “helping professions”, e in particolare i servitori dello Stato, deve sempre e comunque essere protetto e supportato proprio dallo Stato. La protezione economica, legale e l’integrità psicofisica dei Colleghi e delle loro famiglie, che vivono in prima persona queste “altre tragedie”, è un dovere irrinunciabile. Lo Stato ha il compito di garantire la serenità operativa e personale di chi ogni giorno rischia la vita per il bene comune, garantendo la sicurezza e l’ordine pubblico, presupposti fondamentali per l’esistenza del nostro Paese.
Il SIAF non si tirerà indietro, facendo sentire forte la propria voce in ogni sede a tutela dei Colleghi, affinché sia consentito loro di svolgere il proprio strategico e delicato compito in piena sicurezza e con un quadro normativo d’azione limpido, intellegibile e condiviso. Attualmente, tale quadro risulta ancora troppo parcellizzato tra le varie componenti operative. Chiediamo una riflessione più approfondita e da prospettive diverse sui reali responsabili di queste tragedie, fiduciosi che l’operato dei nostri Colleghi sia stato, come sempre, improntato alla massima tutela della vita umana.
Chiediamo, in primis, che i nostri Colleghi e le loro famiglie non restino soli, in questo tragico momento.
(dichiarazione del Segretario Generale Nazionale SIAF Eliseo Taverna)










