La scrivente Organizzazione Sindacale, in via riflessiva e propositiva, ritiene doveroso sottoporre all’attenzione di codesto Comando Generale alcune criticità riscontrate nella gestione del personale del comparto aeronavale impiegato nelle attività coordinate dall’Agenzia FRONTEX, con particolare riferimento all’operazione “JO ITALY 2025”. L’intento è quello di proporre la valutazione di soluzioni migliorative che favoriscano un processo più equo, trasparente ed efficiente, in grado di garantire il benessere del personale coinvolto e, contestualmente, accrescerne il patrimonio culturale e professionale, con ogni beneficio intuitivamente conseguente. Il ruolo dell’Agenzia FRONTEX si è progressivamente ampliato fino a diventare centrale nella protezione delle frontiere esterne dell’Unione Europea, con competenze che spaziano dalla gestione dei flussi migratori al contrasto della criminalità transfrontaliera. In tale contesto, la Guardia di Finanza, Polizia del mare italiana – attraverso l’impiego di personale altamente specializzato – partecipa attivamente a numerose missioni congiunte (quali THEMIS, INDALO, POSEIDON SEA), fornendo un contributo fondamentale e strategico al presidio dei confini marittimi dell’UE. In coerenza con tale impegno, è stato istituito un bacino di militari in possesso di competenze certificate e di esperienza operativa nel comparto aeronavale, già formato per l’impiego in contesti internazionali e incarichi di supporto presso Liaison Officer, International Coordination Centre e Local Coordination Centre. Tuttavia, nonostante le meritorie disposizioni inizialmente adottate per favorire la partecipazione del personale, persistono alcune perplessità.
In particolare, sempre in via riflessiva, la fase di “segnalazione preventiva” ai Comandanti di Reparto – pur utile dal punto di vista organizzativo – potrebbe essere suscettibile di ulteriori approfondimenti, in chiave migliorativa. È stato rilevato che, in alcuni casi, pur in presenza del parere favorevole del Comando diretto e della disponibilità formalizzata del militare, l’autorizzazione all’impiego venga successivamente revocata in prossimità della partenza. A ciò si aggiunge la ricorrente preclusione, non formalizzata, all’impiego di militari in servizio presso specifiche Regioni, la quale ha di fatto ridotto il numero di risorse attivabili in tempi utili per le missioni FRONTEX. Tale restringimento della platea ha comportato una carenza di personale che, in diverse occasioni, ha richiesto la necessità di sostenere “doppi turni” e ritmi prolungati, con il conseguente rischio di aumento dei livelli di stress e carico psicofisico, incidendo negativamente sul benessere individuale e collettivo.
Alla luce di quanto detto e in coerenza con l’indirizzo più volte espresso dal Comando Generale, volto a valorizzare l’apporto del personale in contesti internazionali, si propone di valutare ogni utile opzione diretta a una revisione strutturata del sistema di segnalazione/partecipazione, anche, ad esempio, attraverso la centralizzazione della gestione del bacino FRONTEX presso un’articolazione del Comando Generale – quale il Drappello FRONTEX incardinato nel III Reparto – in raccordo con il COAN.
Tale soluzione potrebbe permettere:
– una maggiore uniformità procedurale e di circolarità informativa;
– una gestione più utile delle disponibilità;
– una distribuzione più equilibrata del carico di lavoro;
– la valorizzazione e l’accrescimento delle professionalità e dei bagagli esperienziali.
Si auspica che tale proposta possa essere oggetto di attenta valutazione, anche in considerazione delle sue ricadute positive in termini di benessere organizzativo, motivazione del personale, efficienza operativa e immagine internazionale del Corpo. Certi della consueta attenzione di codesto Comando Generale nei confronti delle istanze provenienti dal personale e dalle rappresentanze sindacali, si resta a disposizione per ogni eventuale confronto e approfondimento sul tema.