Il SIAF dopo gli ennesimi ed incresciosi fatti di cronaca avvenuti presso il CPR di Gradisca di Isonzo (GO), messi in risalto già nei mesi precedenti da importanti testate giornalistiche e dalla nostra sigla sindacale, che ormai possono ritenersi all’ordine del giorno, in forza alle prerogative sindacali che ne legittimano le azioni a tutela del personale del Corpo, con la presente intende manifestare le proprie profonde preoccupazioni circa i disordini che ripetutamente accadono nella suddetta struttura e che evidenziano, ormai da tempo, come soventemente vengano meno le più elementari misure di sicurezza, con il conseguente rischio di mettere a repentaglio, in modo esponenziale, l’incolumità degli stessi operatori di Polizia.
Risulta alla scrivente che, in recenti circostanze, operatori della Guardia di Finanza, abbiano rischiato significative esposizioni a forme di patologie durante le attività di scorta di soggetti presso strutture sanitarie. In un episodio emblematico, al personale è stata inizialmente fornita un’informazione insufficiente o addirittura errata circa lo stato di salute dell’ospite scortato. Solo in un secondo momento, all’arrivo nella struttura ospedaliera, si è scoperto che lo stesso era affetto da patologie gravi, seppur ritenute verosimilmente non contagiose, tuttavia rendendo così necessario, su richiesta dei medici, l’immediato utilizzo di dispositivi di protezione individuale specifici, come le mascherine FFP2, che non erano state fornite preventivamente, né ritenute necessarie sulla base delle prime informazioni ricevute presso il centro.
Si riporta con estrema preoccupazione, inoltre, quanto accaduto il 1° giugno 2025, presso il citato Centro di Permanenza per i Rimpatri (C.P.R.), dove il personale del Corpo ATPI, in servizio di vigilanza), è stato violentemente aggredito da un clandestino, ivi trattenuto.
L’aggressore, durante la somministrazione dei medicinali, ha manifestato con veemenza la volontà di ottenere farmaci aggiuntivi rispetto a quelli prescritti. Al diniego del personale sanitario ha reagito con estrema violenza, minacciando il personale dell’Ente che gestisce la struttura (compreso quello sanitario) con una rudimentale lama. Non riuscendo a colpire i militari, il soggetto si è auto inflitto delle ferite all’addome. Solo grazie alla prontezza, alla capacità ed ai riflessi di uno dei militari del contingente di rinforzo è stato possibile disarmarlo e ricondurlo nella sua stanza.
Questo ennesimo episodio, che si aggiunge a molti altri ancora e che spesso hanno visto il personale esposto oltre a rischi sanitari elevati, a getti di liquidi organici, a violenze inaudite da parte degli stranieri in attesa di rimpatrio, dimostra come dall’ultima lettera che la scrivente Organizzazione Sindacale ha inviato in data 31 Marzo, è facile intuire che le condizioni di lavoro in cui versano i Baschi Verdi di Gorizia, nonché gli altri operatori di Polizia, non hanno visto alcun miglioramento, né sotto il profilo delle misure di sicurezza, né tantomeno sotto il profilo del rinforzo degli organici.
Questo modo di procedere ed operare, pertanto, risulta inaccettabile e rischia di sfociare, nonostante il peculiare ruolo svolto dalle FF.PP., in una potenziale violazione sia dei protocolli di sicurezza sul lavoro, sia del dovere di tutela dell’incolumità dei lavoratori. L’esposizione non necessaria a rischi biologici, infatti, dovuta a carenze informative o ad una gestione non adeguata delle condizioni sanitarie dei soggetti affidati, potrebbe mettere a repentaglio non solo la salute diretta dei Finanzieri e degli altri operatori di Polizia.
Gli operatori sono costantemente impegnati in attività che richiedono elevata professionalità e attenzione, spesso in un contesto ambientale ad elevato rischio. La necessità di prevenire tentativi di fuga da parte dei soggetti scortati o di sedare tentativi di rivolta, peraltro, impone un contatto ravvicinato e prolungato, aumentando esponenzialmente il pericolo di contagio o di subire violenze fisiche qualora non fossero garantite le massime precauzioni e informazioni complete e veritiere sullo stato di salute degli ospiti.
Per quanto sopra esposto, il SIAF chiede con la massima urgenza un’immediata verifica del livello di sicurezza e l’implementazione di protocolli chiari e vincolanti per la comunicazione dello stato di salute degli ospiti del CPR di Gradisca d’Isonzo e da parte delle strutture sanitarie o di accoglienza connesse.
Protocolli, che dovranno prevedere l’obbligo di segnalare agli operatori, preventivamente, qualsiasi patologia contagiosa nota, al fine di porre gli stessi nelle condizione di poter operare in sicurezza.
Parallelamente, è indispensabile la fornitura sistemica e preventiva di adeguati Dispositivi di Protezione Individuale (DPI), inclusi dispositivi per la protezione respiratoria (come le FFP2/FFP3), guanti e disinfettanti, da rendere disponibili a tutto il personale che opera in contesti a rischio di contatto con soggetti potenzialmente infetti o con patologie non note. Inoltre, si chiede la definizione di procedure standardizzate per la gestione di situazioni in cui si riscontri una patologia presumibilmente contagiosa durante la scorta, garantendo la tutela immediata degli operatori e l’adozione delle misure sanitarie del caso, quali profilassi post-esposizione e monitoraggio.
Si ribadisce, inoltre, l’esigenza prioritaria di rafforzare gli organici del personale ATPI di Gradisca d’Isonzo al fine di garantire una migliore, più performante e sicura prestazione lavorativa, atteso il peculiare contesto ambientale nel quale viene impiegato.
Con lo spirito collaborativo che contraddistingue la scrivente Organizzazione Sindacale, fiduciosa che le autorità di Governo, nonché i responsabili della sicurezza del Centro ai vari livelli, riflettano adeguatamente sullo stato del CPR in trattazione, nonché sulle condizioni di lavoro in cui operano le Forze di Polizia in tale contesto, si chiede a Sua Eccellenza, il Prefetto di Gorizia, di voler programmare, in tempi brevi, un tavolo di confronto con le autorità deputate alla sicurezza del centro e con la scrivente O.S. al fine affrontare le tematiche evidenziate.